tag:blogger.com,1999:blog-3258548736309844632024-02-19T03:21:09.383-08:00Nature | Fusion"...La vostra casa deve sorgere dal terreno con semplicità e la sua forma deve integrarsi con il paesaggio ove la natura vi sia rilevante; se non lo è, cercate di essere sobri, essenziali e organici come la natura stessa sarebbe stata se ne avesse avuto la possibilità..."
F.L.WrightNaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.comBlogger93125tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-78184568425574532972009-11-24T11:38:00.000-08:002009-11-24T11:40:47.865-08:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLMbZJfbwhyaipUTtZCZOASWA3g7pvbZs4MqRT2HCii-vKfh6nCjjKxUFmaCTPSWxjIkJDQ52ABDQY-VGh9UzXi1p1YKIA2sOC-COIrd-YGbeYselUeg03mUbqnllMfadb0EWU9RPJPwA7/s1600/bio_new.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 283px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLMbZJfbwhyaipUTtZCZOASWA3g7pvbZs4MqRT2HCii-vKfh6nCjjKxUFmaCTPSWxjIkJDQ52ABDQY-VGh9UzXi1p1YKIA2sOC-COIrd-YGbeYselUeg03mUbqnllMfadb0EWU9RPJPwA7/s400/bio_new.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5407757192777692914" border="0" /></a>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-3954221402135680552009-01-13T02:51:00.001-08:002009-01-13T02:52:14.084-08:00Bratislava: ultimato il RELAXX center<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf1AcvF5gRfDGaURGFMG43OlBqSQ1PawdGq2PgFTR29l4GMcLQrW8DsgJlJKXZZmY_vU44u_A1H7Ea4vJmE_UbaiWmgOfTora-rj9ADV67rLiu91nuu1zuRv0ihn37q2lp5WJto_C1mfu4/s1600-h/b_14947_3.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 215px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf1AcvF5gRfDGaURGFMG43OlBqSQ1PawdGq2PgFTR29l4GMcLQrW8DsgJlJKXZZmY_vU44u_A1H7Ea4vJmE_UbaiWmgOfTora-rj9ADV67rLiu91nuu1zuRv0ihn37q2lp5WJto_C1mfu4/s320/b_14947_3.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5290729388377015714" /></a><br /><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>È stato ultimato a <b>Bratislava</b> il<b>RELAXX sport and leasure center</b>, un edificio multifunzionale progettato dagli architetti slovacchi <b>Andrea Klimková</b> e <b>Peter Kručay</b> alla guida di <b>AK2 architectural studio</b>.<div> </div><div>La struttura sorge lungo Einstein street, su un lotto stretto e lungo che ne ha determinato la geometria di base. In pianta l’edificio raggiunge i 100 metri in corrispondenza dell’asse più lungo, mentre in ampiezza di estende sino a 20 metri sul lato ovest e per 14 m sul lato est.</div><div> </div><div>I progettisti definiscono l’opera “dinamica e poetica al tempo stesso”. Da un lato una massa compatta poggia su quattro pilastri in cemento a forma di U capovolta, per poi innalzarsi su due livelli. Il lato opposto dell’edificio poggia su un cuboide di 2 piani.</div><div>I complessivi sei piani della struttura raggiungono la stessa altezza del vicino mobilificio denominato Atrium.</div><div> </div><div>Caratterizza la struttura una alternanza di trasparenza e opacità. La parte solida della superficie più esterna è rivestita in zinco titanio color grigio chiaro. Tale rivestimento avvolge l’intero volume abbracciandolo su tre lati. Ne risulta un volume a forma di C. La facciata nord e i due lati più corti sono invece completamente vetrati.<br /><br />Al primo piano trovano spazio bar e negozi; il secondo piano accoglie un centro benessere; il terzo piano ospita un campo da golf al coperto, un bioristorante, un solarium ed uno spazio di giochi per bambini; quarto e quinto piano sono dedicati alle attività sportive, acquatiche e non, e di intrattenimento. I due piani interrati sono occupati da parcheggio e spazi di servizio.</div></div></td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-91239913625440847342009-01-12T11:46:00.001-08:002009-01-12T11:47:15.156-08:00Cuneo: la B-House dello studio Damilano<span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial; font-size: 12px; -webkit-border-horizontal-spacing: 3px; -webkit-border-vertical-spacing: 3px; "><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwSBU3S4He7b7phqYvAD3D1Tvg8R_ZEAQjltB7x-be6JzzWpZbVm3QrQYA-8t3TwVAaxbtobsRad4q9OdMyQ5lVKvjNO6V53e-hacubK95Yudw41q9opkuN7vNO9tYVoKfN9qd4PPheQtN/s320/b_14883_1.jpg" style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 240px; height: 320px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5290496085644267570" />Un Fronte completamente svuotato caratterizza B-HOUSE, un rifugio senza segreti dove si è spettatori del paesaggio offerto dalle montagne piemontesi.<br />La casa si sviluppa orizzontalmente con un’infilata di locali che terminano nella cucina, vero e proprio binocolo puntato sul paese. Il volume in aggetto sovrasta l’accesso all’autorimessa e sorveglia l’ingresso alla proprietà.<br /><br />In direzioni opposte, la casa si sviluppa a nord con il corpo delle camere in un’atmosfera più intima e intimista e a sud con la piscina, ampio specchio d’acqua, riflessi e luce.<br />Il piano abitato è uno spazio immacolato, corrotto dalla matericità di una parete in pietra fossile e dalle macchie di colore di alcuni arredi.<br />Il piano primo è riservato ai padroni di casa e ospita un’ampia camera, la cabina armadi e la sala da bagno.<br /><br />I tetti piani sono ampi terrazzi, alternative sospese al relax del giardino.<br /><br />La notte emergono le profondità dei volumi e le fughe evidenziate da tagli luminosi e contrasti chiaro/scuri.</span>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-82140881970768833662009-01-12T11:44:00.000-08:002009-01-13T02:54:48.452-08:00Casa Presenhuber: un progetto di AFGH<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-rwJNS2OAFIu3doXuJtyH27BDnnNVdnRDOYF_XJXbGt2mCZlg_-A_4hwnBxjF0uSbIOiuks87EN4MvNhLRL-FG6xIYABamhUGeyT1l8msR127Z3WrOFF5ZWoChDqt7egcj6fIwhii7Hbe/s1600-h/b_14863_3.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 256px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh-rwJNS2OAFIu3doXuJtyH27BDnnNVdnRDOYF_XJXbGt2mCZlg_-A_4hwnBxjF0uSbIOiuks87EN4MvNhLRL-FG6xIYABamhUGeyT1l8msR127Z3WrOFF5ZWoChDqt7egcj6fIwhii7Hbe/s320/b_14863_3.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5290730050756077906" /></a><br /><br /><span class="Apple-style-span" style=" -webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; font-family:'times new roman';"><table width="98%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="0" align="center" id="Table15"><tbody><tr><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>Sorge nel piccolo villaggio di Vná, nella periferica ed incontaminata valle alpina della <b>Svizzera</b> denominata Bassa Engiadina. Si tratta di <b><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=14863" style="text-decoration: none; ">Casa Presenhuber</a></b>, una abitazione per le vacanze progettata dagli architetti zurighesi<b>Andreas Fuhrimann</b> e <b>Gabrielle Hächler</b>.</div><div> </div><div>“La maggiore sfida – spiegano i progettisti – è consistita nel far convivere l’antica magia del villaggio con la tendenza più moderna incarnata nella casa di villeggiatura di un gallerista di successo. Il nostro obiettivo è stato sviluppare un linguaggio formale che rivelasse una certa vicinanza con la tradizionale architettura dell’Engiadina restando al tempo stesso riconoscibile come espressione della contemporaneità”.</div><div> </div><div>A causa degli incendi che più volte hanno colpito il villaggio, le originarie strutture in legno sono state gradualmente sostituite da abitazioni in pietra. La scelta dei progettisti di utilizzare il cemento come materiale principale intende rendere giustizia ad un contesto in cui la pietra risulta dominante.</div><div>Pannellature in legno sono state realizzate soltanto per le pareti divisorie interne e per il soffitto della zona giorno e delle camere da letto, al fine di rendere gli ambienti più caldi e confortevoli, da tradizionale abitazione di montagna.</div><div> </div><div>L’abitazione si sviluppa su tre piani collegati da una sola rampa di scale. Al primo piano trovano spazio tre camere da letto insieme ai servizi. Zona giorno con caminetto e cucina occupano il piano superiore, caratterizzato da un tetto a due spioventi sostenuto da strutture in cemento. Una imponente finestra a bovindo offre un suggestivo panorama sul paesaggio montuoso all’esterno.</div><div> </div><div>L’utilizzo di calcestruzzo cellulare, scelta con cui i progettisti intendono recuperare l’antica tradizione, ha consentito di realizzare pareti la cui superficie rivela un effetto omogeneo piuttosto che a strati.</div><div>Le due finestre a bovindo che interrompono la geometria dell’edificio evocano le tipiche deformazioni delle vecchie strutture del luogo con frequenti sporgenze angolari. Tipici dell’area sono inoltre la struttura in legno del tetto ed il sottile rivestimento in fogli, sebbene il dettaglio riveli una indiscutibile astrazione in chiave contemporanea.</div><div><br /></div></td></tr></tbody></table></span>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-61300183843989782012009-01-12T11:43:00.001-08:002009-01-12T11:44:29.774-08:00Maciachini Center<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyjfHrbhRV7dAU-ZvB9os7vY0CVQBbTL-NjAniUqGp2jRYVlC0CiafR79jXvLYBobYE3DtdbSRU5NA8gYpK3dX55ldhe_TfcqgKY3Zv88Un7x3mhDUCniCP3lD7g6haAjb-fhkfXboJ-6N/s1600-h/14304_1.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiyjfHrbhRV7dAU-ZvB9os7vY0CVQBbTL-NjAniUqGp2jRYVlC0CiafR79jXvLYBobYE3DtdbSRU5NA8gYpK3dX55ldhe_TfcqgKY3Zv88Un7x3mhDUCniCP3lD7g6haAjb-fhkfXboJ-6N/s320/14304_1.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5290495468613801026" /></a><br /><span class="Apple-style-span" style=" -webkit-border-horizontal-spacing: 3px; -webkit-border-vertical-spacing: 3px; font-family:Arial;font-size:12px;">Business park destinato al terziario dove lavoreranno oltre 4mila persone: un grande progetto urbano per nuovi uffici, ma anche un teatro-museo, un centro fitness con negozi di vicinato, un foodpark e spazi pubblici per il tempo libero.<br /><br />Il ripristino di vecchi edifici destinati a nuove funzioni fa parte di quel sistema di mutamenti propri delle grandi metropoli contemporanee in avanzata fase di trasformazione attraverso la riconversione di aree industriali dismesse. Il Maciachini Center, infatti, sorge sul’ex area dello storico complesso Carlo Erba, una delle maggiori industrie mondiali per la produzione di farmaci e reagenti chimici, nato alla fine dell’Ottocento e sviluppatosi fino a occupare un’area di circa 100.000 mq che con la crisi industriale degli anni settanta, è stato progressivamente dismesso fino alla chiusura nel 1998.<br /><br />Commissionato alla società Europa Risorse, la realizzazione del complesso Maciachini ha l’obiettivo di riqualificare integralmente l’area preesistente (tra piazzale Maciachini e il Parco Nord) e di ricostruire l'isolato urbano portando la città “dentro la costruzione”, e non viceversa.<br /><br />Il complesso si compone di tre grandi volumi, orientati secondo i principali allineamenti del lotto, due dei quali uniti da una struttura di collegamento trasparente per formare in pianta una figura a forma di H. Un passaggio pubblico che unisce a tutti i piani i due edifici, apre un passaggio diagonale da est a nord e permette di raggiungere l’area verde.<br /><br />L’impostazione architettonica è evidenziata dall’integrazione delle parti vetrate con la struttura, e dai precisi e liberi tagli spaziali che trascendono i volumi, valendosi della perfezione tecnologica e materica dell’alluminio.<br /><br />La dimensione, una sorta di ordine gigante fatto di cristalli, diviene un’icona contemporanea di riferimento pur sempre entro quel racconto urbano che si esprime per allineamenti e proporzioni che nascono da un’osservazione attenta dell’intorno.<br />La trasparenza, pur nell’immagine di un’architettura connotata da un linguaggio che declina tutti gli aspetti delle nuove tecnologie, cerca un rapporto di simbiosi con il verde e con la luce che avvolge e compenetra le forme dell’edificio.<br />La ricerca della dissoluzione della soglia o del limite che separano solitamente l’esterno dall’interno, ha indotto il ricorso alla facciata a doppia pelle che sta realizzando Stahlbau Pichler. Le cellule a doppia pelle montate su profili di alluminio, appositamente realizzati da AluK, utilizzano esternamente vetri serigrafati in trenta colorazioni diverse e brise soleil apribili elettronicamente per rompere l’incidenza diretta dei raggi solari e, allo stesso tempo, assumere il ruolo caratterizzante nei prospetti.<br /><br />L’attenzione dedicata al progetto al fine di generare luci e ombre per dare un’identità nuova allo spazio architettonico, crea una sorta di nuovo linguaggio teso più alla percezione visiva che all’involuzione della forma architettonica a se stante. Forma architettonica e funzione trovano così la loro sintesi nel linguaggio espressivo, che si realizza dall’unione dell’oggetto esposto e dallo spazio architettonico.<br /><br />Tutto l’edificio è retto da una strategia ambientale che riduce il consumo energetico di oltre metà rispetto ad un normale fabbricato.</span>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-76623281001864859372009-01-12T11:37:00.000-08:002009-01-13T02:53:25.439-08:00Nuova sede laboratori farmaceutici Guna<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGpnerh6sMBbYQLxh1zrP1BKpzFTKqMlRY1x4bur6yeKOBi3J1ngePuXsh62drNDNupbZ575bXioqBc3hAzUF-gA0uwG_4-phFEKPCLSeEGTK_I52hJurmZgHwznX7FtxHK2I4EoPgpb-j/s1600-h/b_14408_10.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 214px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGpnerh6sMBbYQLxh1zrP1BKpzFTKqMlRY1x4bur6yeKOBi3J1ngePuXsh62drNDNupbZ575bXioqBc3hAzUF-gA0uwG_4-phFEKPCLSeEGTK_I52hJurmZgHwznX7FtxHK2I4EoPgpb-j/s320/b_14408_10.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5290729694897781650" /></a><br /><span class="Apple-style-span" style=" -webkit-border-horizontal-spacing: 3px; -webkit-border-vertical-spacing: 3px; font-family:Arial;font-size:12px;">L’intervento ha previsto la riqualificazione integrale di un edificio industriale risalente agli anni ’50 localizzato in Via Palmanova a Milano. Lo stabile è costituito da 5 piani fuori terra più uno interrato, a pianta rettangolare con i due corpi scala situati alle estremità opposte. <br /><br />La componente innovativa dell’intervento si caratterizza per l’attenzione all’immagine finale del manufatto architettonico, oltre che per le innovazioni adottate in sede di adeguamento strutturale dell’edificio, la realizzazione dei nuovi impianti e le distribuzioni funzionali interne. Trasformare un anonimo edificio industriale in un oggetto architettonico capace di “informare” con l’immagine il nuovo utilizzo innovativo e l’approccio ecosostenibile dei prodotti di Guna, è stata una scelta atipica se confrontata con altri interventi analoghi su edifici considerati meramente beni strumentali alla produzione.<br /><br /><b>La struttura della facciata</b><br />L’elemento più espressivo dell’intero intervento risulta la facciata vetrata che ricopre il fronte principale dell’edificio, prospiciente Via Palmanova. Si presenta con una struttura ventilata opaca “accostata” alla muratura esistente e da essa distanziata di circa 20 cm, in modo da creare un’intercapedine di ventilazione naturale che contribuisce alla climatizzazione degli ambienti interni. Tale esigenza nasce dalla necessità di avere un’atmosfera controllata per evitare alterazioni dei prodotti omeopatici sensibili a sbalzi di temperatura e luce.<br />Gli altri prospetti sono ricoperti da pannelli di lamiera stirata con una finitura realizzata in verniciatura tinta rame accostati a vetri color bronzo<br /><br /><b>Un premio per la ristrutturazione</b><br />L’involucro dell’edificio progettato da Polis engineering, ingegne¬rizzato e realizzato da Sipam, ha vinto il premio nazionale “Aluminium in renovation 2007”, grazie agli aspetti innovativi tecnologici e di immagine adottati. Questi si sono tradotti in un nuovo disegno formale integrato alla pelle esterna non trasparente, realizzato con specchiature vetrate serigra¬fate a smalto e elementi in alluminio (montanti e traversi) in parte visibili all’esterno con sezioni di particolare design.<br /><br /><b>Il giardino sensoriale</b><br />Il percorso esterno di accesso all’edificio avviene attraverso un giardino progettato e realizzato dall’artista-artigiano di origine macedone Dashimir Arifi. Il suo intento è stato quello di catturare i sensi del visitatore, e distrarlo dal traffico del viale antistante.<br />Dall’ingresso su strada, il visitatore percorre una passerella caratterizzata da trasparenze, dalla quale fuoriescono vapori d’acqua profumata oltre alle diverse note prodotte da gocce d’acqua che cadono su piatti di rame di diverso raggio. La percezione visiva è data da ulteriori giochi d’acqua e installazioni verdi.</span>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-1761765056564299312009-01-12T11:35:00.000-08:002009-01-12T11:37:37.396-08:00Casa em Lousado<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgExID_xRlcgd96qj6B-8h_FKBbgR43P4b1ELsSfYgUGRxjbFICC-L3MFY3KOIUzSKpCvqilOd4ZDHwMPS_ZF1zkycNO26nKNK9dJytMOjYJ6EmhUXAMu_6S0a_tsQqUYSHpvwFPDFexWkD/s1600-h/14406_1.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 214px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgExID_xRlcgd96qj6B-8h_FKBbgR43P4b1ELsSfYgUGRxjbFICC-L3MFY3KOIUzSKpCvqilOd4ZDHwMPS_ZF1zkycNO26nKNK9dJytMOjYJ6EmhUXAMu_6S0a_tsQqUYSHpvwFPDFexWkD/s320/14406_1.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5290493683469050930" /></a><br /><span class="Apple-style-span" style=" -webkit-border-horizontal-spacing: 3px; -webkit-border-vertical-spacing: 3px; font-family:Arial;"><span class="nero12" style=" font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; font-family:Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif;font-size:12px;">L’abitazione sorge a Lousado, in una zona rurale caratterizzata dalla presenza di un fiume e di una tenuta agricola familiare di 3mila metri quadrati. Caratterizzano la tenuta lunghe piattaforme che conducono verso il fiume, con muri spessi e alberi di frutta che distinguono le diverse aree.<br /><br />L’ultimo piano dell’abitazione ospita l’accesso alla vecchia tenuta, nonché la maggior parte dei collegamenti con la struttura esistente sul lato nord, privo di particolare caratterizzazione. Di qui la scelta dei progettisti di realizzare una nuova architettura che si affacciasse sul lato sud e sul fiume, l’area meno costruita e caratterizzata dalla presenza del verde.<br /><br />“Mantenere la maggior parte delle meravigliose pareti tradizionali è stato fondamentale – spiegano gli autori del progetto – nella misura in cui ha consentito l’organizzazione spaziale dell’abitazione, stabilendo una particolare relazione sia con le pareti vetrate che con il cemento”.<br /><br />La casa ingloba in sè uno dei muri che separano due piattaforme originariamente appartenenti ad una casa di due piani, ciascuna con una propria diretta relazione con l’esterno. La parete irrompe improvvisamente all’interno della nuova abitazione, passando attraverso le ampie vetrate. Ne risulta una interessante definizione degli spazi interni al piano terra, dove zona giorno e cucina risultano fortemente caratterizzate dalla struttura del vecchio muro esterno.<br /><br />L’ingresso principale dell’abitazione è ubicato al secondo piano. L’elevazione in corrispondenza dell’ingresso è disegnata da un volume bianco al quale corrisponde, all’interno, un enorme guardaroba che trova spazio nella camera da letto. Sullo stesso lato è stata realizzata la scala che conduce al piano inferiore.</span></span>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-68223737211243747432009-01-12T11:34:00.001-08:002009-01-12T11:35:33.569-08:00Apre a febbraio il Music Theatre di Graz<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii-l6LMIqKoyvxo3Obr1gNZEKBF16kG69U_UzbhTwHqsF5O5I4I4-8d4JvdzXZP6ZZLzdQTfv6skFGaJBqcHuGAsQGI_fwpm12mmUoW4rf2Q-GoefEGBMygXgEgpZ2u53051plUVsvZKjn/s1600-h/14423_3.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 155px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii-l6LMIqKoyvxo3Obr1gNZEKBF16kG69U_UzbhTwHqsF5O5I4I4-8d4JvdzXZP6ZZLzdQTfv6skFGaJBqcHuGAsQGI_fwpm12mmUoW4rf2Q-GoefEGBMygXgEgpZ2u53051plUVsvZKjn/s320/14423_3.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5290493140384914338" /></a><br /><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>Dopo dieci anni di lavori, è stato ultimato l’<b><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=14423" style="text-decoration: none; ">Haus für Musik und Musiktheater (MUMUTH)</a></b> dell’Università di <b>Graz</b>, in <b>Austria</b>. L’inaugurazione è attesa nel mese di febbraio. Il progetto del nuovo teatro per la musica porta la firma di Ben van Berkel di <b>UNStudio</b>.</div><div> </div><div>A dare forma alla struttura, una spirale orientata orizzontalmente, le cui estremità si intrecciano con il punto centrale definendo l’organizzazione degli spazi interni.</div><div>“Il principio di una spirale che si scompone in tante spirali più piccole orientate in verticale e in diagonale diventa un importante modello architettonico che noi chiamiamo <i>blob-to-box</i>”.</div><div>Un modello che prevede un volume semplice e rigoroso (la scatola), ed una serie di volumi concepiti per ospitare il movimento (il <i>blob</i>, inteso come intreccio e contaminazione di spazi).</div><div>Nel Music Chetare di Graz l’organizzazione “a scatola” occupa il lato destro, mentre il “blob” trova spazio sul lato sinistro.</div><div> </div><div>L’edificio è dotato di due ingressi, uno per studenti e staff ed un altro per il pubblico durante le rappresentazioni. Una grande scala all’ingresso conduce il pubblico al primo piano. Qui un ampio foyer dà accesso ad un auditorium con 650 posti a sedere, adattabile a differenti tipi di rappresentazioni, sia di danza che musicali. La flessibilità del foyer è consentita da una struttura a spirale che collega l’ingresso dell’auditorium alla sale da musica al piano di sopra, unendo così in una sorta di torsione i tre livelli di questo lato dell’edificio. </div><div>Realizzata in cemento, la spirale è illuminata da un lucernario nel soffitto rivestito da lamelle di legno scuro che si aprono a onda. </div></td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-40455671836632401562008-12-26T09:56:00.001-08:002008-12-26T09:58:20.231-08:00Pronta la Los Angeles High School di Coop Himmelb(l)au<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtgQUzRjS2zm6WHKP4Ib-M9j_aREG7h899puLmCjQgY-4vv9hqQm0j15TcFlvxRKiQKWhCEuqEow7yXP2RxlS5g66iC_dWTjn8ZVMoAos2xx2OzsG49B-HcBXIhiL8aEgVpngOIHP-7uyO/s1600-h/b_14405_17.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 209px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtgQUzRjS2zm6WHKP4Ib-M9j_aREG7h899puLmCjQgY-4vv9hqQm0j15TcFlvxRKiQKWhCEuqEow7yXP2RxlS5g66iC_dWTjn8ZVMoAos2xx2OzsG49B-HcBXIhiL8aEgVpngOIHP-7uyO/s320/b_14405_17.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5284159661049152306" /></a><br /><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>Sono giunti al termine i lavori di costruzione per la <b><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=14405" style="text-decoration: none; ">Central Los Angeles</a></b><b><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=14405" style="text-decoration: none; ">Area High School</a>,</b> la nuova struttura destinata ad ospitare la scuola media e superiore insieme alle accademie di arti visive, arti sceniche, musica e danza di Los Angeles. Il progetto architettonico è stato messo a punto dai progettisti austriaci dello studio<b> Coop Himmelb(l)au</b>.<div> </div><div>Ubicata in una posizione centrale, la nuova High School di Los Angeles si aggiunge alla lista dei prestigiosi edifici culturali che sorgono lungo la Grand Avenue: la Disney Concert Hall, il Music Center, la Colburn School of Music, il Museum of Contemporary Art e la Cathedral of our Lady of the Angels. </div><div> </div><div>Il nuovo campus nasce dalla combinazione di sette edifici: un teatro per le arti sceniche con 1000 posti a sedere, quattro strutture per le aule di ciascuna accademia, una biblioteca ed una caffetteria.</div><div> </div><div>Il progetto nasce dall’idea di utilizzare l’architettura come simbolo attraverso il quale comunicare l’impegno della comunità urbana verso l’arte.</div><div>Simili alle figure degli scacchi, tre edifici dalla geometria scultorea ridefiniscono spazialmente l’assetto ortogonale dell’area.</div><div> </div><div>A partire dall’ultimo piano del teatro si sviluppa una torre con una rampa esterna a spirale che sembra disegnare un 9. Si tratta di una struttura concepita come elemento immediatamente riconoscibile per gli studenti, nonché come icona d’arte per la città. All’interno la torre ospiterà eventi, conferenze e spazi espositivi.</div><div> </div><div>L’ingresso pubblico principale sulla Grand Avenue, una grande hall di rappresentanza, collega la scuola con il corridoio culturale. Come una testa di ponte, la hall di ingresso collega il campus con le strutture ubicate sul lato opposto della strada.</div><div> </div><div>La biblioteca trova spazio in un tronco di cono inclinato posizionato nel cuore del cortile interno della scuola. Un unico grande lucernario circolare consente l’illuminazione naturale degli spazi interni.</div><div> </div><div>I quattro edifici che ospitano le aule delle rispettive accademie disegnano il perimetro ortogonale del cortile interno della scuola. Ciascun edificio presenta un corridoio centrale che funge anche da galleria espositiva.</div><div> </div><div>In aggiunta all’ingresso pubblico sulla Grand Avenue, i sette edifici del nuovo campus di Los Angeles dispongono di un secondo ingresso di rappresentanza: l’entrata principale della scuola, una enorme scala all’aperto che conduce direttamente nel cortile della scuola con la biblioteca a forma di cono al centro e il teatro con la torre in fondo.</div></div></td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-38479924816666824382008-12-26T09:54:00.000-08:002008-12-26T09:56:16.385-08:00Casa Ozuluama: un origami a Città del Messico<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibKKJFxL2L89I3qU80AN-VuWEulK3YkNQbM5kVhBgs_F0m07Vr5-0u9GDdhyphenhypheneHS8zE898JsVMA-BuEVhV9mpPXDi9Zk2mZ_RR_PQ40XVH4qGDUFG9gP6XeQeKQmwOUX3l5Rkzqd6qPo0Gl/s1600-h/b_14322_6.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 207px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibKKJFxL2L89I3qU80AN-VuWEulK3YkNQbM5kVhBgs_F0m07Vr5-0u9GDdhyphenhypheneHS8zE898JsVMA-BuEVhV9mpPXDi9Zk2mZ_RR_PQ40XVH4qGDUFG9gP6XeQeKQmwOUX3l5Rkzqd6qPo0Gl/s320/b_14322_6.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5284159122045630898" /></a><br /><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>Sorge nel cuore di <b>Città del Messico</b> il quartiere Condesa, costruito in passato attorno ad un ippodromo ed oggi divenuto la zona residenziale più vivace della città. È qui che trova spazio “<b><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=14322" style="text-decoration: none; ">Casa Ozuluama</a></b>”, un attico con due terrazze ed un belvedere costruito su un edificio storico di tre piani. Il progetto porta la firma dello studio <b>Architects Collective & at.103</b>. Iniziati ad ottobre del 2007, i lavori sono stati ultimati nel maggio scorso.<div> </div><div>La particolare geometria del volume evoca la sensazione di una struttura che stia quasi fluttuando sulla topografia urbana di Città del Messico. I progettisti la paragonano ad un origami, in virtù della combinazione dinamica di volumi ripiegati su se stessi che caratterizza il progetto.</div><div><br />Abitata dai proprietari soltanto sei mesi l’anno, Casa Ozuluama è nata per ospitare per il resto del tempo gli amici che decidono di fermarsi in città. Di qui l’idea di una geometria dinamica in grado di rappresentare l’idea di un abitare “temporaneo”, con un’alternanza continua di spazi interni ed esterni e molteplici visuali sulla città.</div><div> </div>La struttura dell’edificio è stata realizzata in acciaio ed interamente rivestita in pannelli di Corian color grigio perla. Per la pavimentazione è stato invece utilizzato il marmo “Santo Tomas”, un materiale locale normalmente utilizzato per la pavimentazione di stazioni metropolitane, chiese ed altri spazi pubblici. Una scelta che testimonia la volontà dei progettisti di far entrare la città in uno spazio privato, al fine di sottolinearne l’aspetto transitorio e temporaneo.</div></td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-32358855228267552882008-12-19T00:35:00.000-08:002008-12-19T00:37:06.249-08:00Paolo Caputo firma la ‘Porta Sud’ di Milano<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4ZtRLmVN_Wv1pxL5aI6jOVDXBLwviu67U4Xs16lzEOEToZaPkUUu6Cl8XNxPcIE-AuupY9Kew2C7Nq7l-HWeNmWOwgBWZTaN0q2-oOHZ1iYxk3Oy6UeyhhCjKWEBBi4IoTs-ihJXHuFvg/s1600-h/b_14280_3.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 196px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4ZtRLmVN_Wv1pxL5aI6jOVDXBLwviu67U4Xs16lzEOEToZaPkUUu6Cl8XNxPcIE-AuupY9Kew2C7Nq7l-HWeNmWOwgBWZTaN0q2-oOHZ1iYxk3Oy6UeyhhCjKWEBBi4IoTs-ihJXHuFvg/s320/b_14280_3.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5281417429239806754" /></a><br /><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>Sembrerà un enorme schermo quadrato in vetro e acciaio sospeso a 20 metri da terra, e si proporrà come metaforica “Porta Urbana” della città dell’Expo. Si tratta di<b><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=14280" style="text-decoration: none; ">Palazzo Famagosta</a></b>, un edificio destinato al terziario che, destinato a sorgere all’ingresso in città dall’autostrada dei Fiori, si configura quale nuova “Porta Sud” di <b>Milano</b>. Il progetto porta la firma dell’architetto milanese <b>Paolo Caputo</b> alla guida dello studio <b>Caputo Partnership</b>.<div> </div><div>Per chi arriverà da Sud o, al contrario, uscirà dalla città in direzione di Genova, il nuovo edificio sarà visibile da notevole distanza, e si presenterà come un grande “schermo quadrato” con misura di circa 70 x 70 metri.</div><div> </div><div>Il corpo di fabbrica, a forma di parallelepipedo, è scomposto in due sottili volumi tra loro traslati in senso verticale e sostenuti da alti pilastri rispettivamente a 16 e a 20 metri dal suolo. Alla classicità dell’immagine frontale risponde, nella visione ravvicinata e di scorcio, quella più articolata del fabbricato a sezione “bicuspidata”, che ricorda le forme e i volumi di origine “gotica”.</div><div> </div><div>Il corpo in elevazione, “sospeso” da terra, si innesta all’interno di un volume cavo il cui “cratere”, disegnato da un’ampia ellisse, genera al piede dell’edificio una corte-piazza.</div><div>L’equilibrio formale degli spazi, con i diversi servizi – la lobby d’ingresso integrata da sale e salottini di ricevimento, il bar, il ristorante, la palestra – mira a conferire un senso di intimità e di quiete in contrapposizione alla vastità e al “caos urbano” del contesto circostante.</div><div> </div><div>Alla corte-piazza, rialzata dal livello stradale e sovrapposta al volume dei parcheggi, si accede in automobile o a piedi attraverso un percorso protetto che parte dal piazzale compreso tra il Parcheggio Famagosta (connesso con la linea metropolitana 2) e un nuovo Megastore che sorgerà nell’area. Da tale percorso pedonale si potrà apprezzare la dialettica tra le due componenti del progetto: l’architettura dell’edificio e quella del paesaggio, espressa in particolare dal volume destinato a servizio ai piedi dello stesso.</div><div> </div><div>Nel Palazzo, dove troveranno spazio uffici e funzioni complementari, il verde riveste un ruolo importante: il giardino pensile che caratterizza l’ingresso all’edificio è riproposto al 15° livello degli uffici in una terrazza giardino: un immenso belvedere che guarda il sud di Milano e la Pianura Padana. Lo spazio del giardino pensile è delimitato da una struttura metallica a traliccio che ha il compito di sostenere le vaste superfici di pannelli fotovoltaici.</div><div>La stessa tipologia di copertura caratterizza il coronamento del secondo semivolume che accoglie, nella parte centrale, una sala di rappresentanza affacciata sul paesaggio urbano a Nord e quindi sul cuore della città, mentre sui lati ospita una cospicua parte degli impianti tecnologici previsti.</div><div> </div><div>Le facciate dell’edificio sono in vetro strutturale con brise-soleil in alluminio e tende interne sui fronti lunghi. I coronamenti a sezione cuspidata sono in profili d’acciaio, integrati da pannelli in vetro laminati con cellule fotovoltaiche e da pannellature di lamiera stirata, mentre i fronti laterali sono rivestiti con lastre di ardesia.</div></div></td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-68384676600925193252008-12-18T00:52:00.000-08:002008-12-18T00:55:30.820-08:00Madrid: Herzog & De Meuron per la nuova sede BBVA<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjod6_nyd0Fs57HG0o-3hfv7RImJsVHMSz4MhCDblBQq1FFBauF4i8C9YR69__nhDIESqaIgytHqxWow_eFtzor4ZE6MN3K9IbbFCUUXhrmSyiInTRaA6KpbxZ0HKoxhMuVrmWY6auEtlhR/s1600-h/b_14246_5.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 223px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjod6_nyd0Fs57HG0o-3hfv7RImJsVHMSz4MhCDblBQq1FFBauF4i8C9YR69__nhDIESqaIgytHqxWow_eFtzor4ZE6MN3K9IbbFCUUXhrmSyiInTRaA6KpbxZ0HKoxhMuVrmWY6auEtlhR/s320/b_14246_5.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5281051082980195714" /></a><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7Wlxnw_U-1u1TZGRpIaLvkYxqa7GHN2VihzFtZTXykySvLuH59R4vJ8TT9t_a2SeOiqzz_XLqevouKBzC5dW2Zy55a-4GbDrtrjgob8ZxhCdH5YKX0anLyd0aziSpjSbV-lVN0LwVQZeb/s1600-h/b_14246_3.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 232px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7Wlxnw_U-1u1TZGRpIaLvkYxqa7GHN2VihzFtZTXykySvLuH59R4vJ8TT9t_a2SeOiqzz_XLqevouKBzC5dW2Zy55a-4GbDrtrjgob8ZxhCdH5YKX0anLyd0aziSpjSbV-lVN0LwVQZeb/s320/b_14246_3.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5281050977361233330" /></a><br /><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>Sarà ultimata nel 2013 la futura<b><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=14246" style="text-decoration: none; ">sede madrilena della banca BBVA</a></b>. Sostenibilità e innovazione gli elementi chiave del progetto, realizzato a cura degli architetti dello studio svizzero <b>Herzog & De Meuron</b>. Ufficialmente presentato nei giorni scorsi dal sindaco Alberto Ruiz Gallardón e dal presidente della BBVA Francisco González, il nuovo complesso si candida a diventare “la nuova icona della Madrid del XXI secolo”.<div> </div><div>Una struttura lineare composta da edifici di tre piani disposti in modo da formare un “tappeto” di 100mila metri quadrati sul quale sono incisi percorsi verdi e giardini; una grande piazza circolare ed una torre-icona a forma di disco. È così che si presenta la futura sede centrale della banca BBVA.</div><div> </div><div>“Abbiamo proposto la realizzazione di un giardino artificiale – spiegano dallo studio Herzog & De Meuron – un’oasi, un luogo in grado di stabilire un equilibrio tra il contesto naturale e il costruito, e di funzionare come una piccola città”.</div><div> </div><div>Un enorme “tappeto” di edifici si sviluppa seguendo la topografia del sito. Una porzione di tale tappeto sembra esser stata ritagliata a cerchio e poi sollevata in verticale. Ne risulta una torre a forma di disco incastonata in una piazza circolare concava, all’interno della quale sono piantati numerosi alberi che riprendono il verde dei percorsi intagliati nel blocco edificato. Specie di vegetazione differenti consentono di distinguere le diverse aree del “tappeto”, che possono in tal modo conservare la propria identità. La piazza ospita anche un lago artificiale che contribuisce all’umidificazione dell’aria fungendo inoltre da cisterna.</div><div> </div><div>I 6.500 dipendenti della banca, attualmente ospitati in dieci strutture diverse, avranno a disposizione nuovi spazi per complessivi 100mila metri quadrati progettati in modo da incoraggiare la comunicazione: all’utilizzo degli ascensori è stato preferito lo spostamento a piedi, in modo da facilitare l’incontro e lo scambio. La trasparenza è l’elemento chiave scelto dai progettisti per trasmettere il senso della comunità, benché le singole unità siano state concepite come spazi dalle dimensioni non eccessive proprio per una maggiore identificazione del singolo gruppo di lavoro. </div><div> </div><div>Non solo creazione di spazi accessibili e adatti alla comunicazione, ma anche grande attenzione alla questione sostenibilità. Candidato alla certificazione americana LEED, il futuro complesso della BBVA consentirà un risparmio di energia pari al 30%; di acqua dal 30% al 50%, e del 70% nel trattamento residui.</div>La massimizzazione di luce naturale è compensata da strutture frangisole per proteggere gli spazi di lavoro dalla luce diretta, con consequenziale riduzione dell’utilizzo di luce artificiale e climatizzazione. La copertura retrattile facilita il controllo della temperatura dei giardini. Cellule fotovoltaiche e sistemi di recupero di acqua piovana e depurazione acque reflue completano il quadro di un progetto realizzato all’insegna della sostenibilità.</div></td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-83862542600612365522008-12-17T00:21:00.000-08:002008-12-17T00:24:30.823-08:00A Pechino uno showroom verde ‘temporaneo’<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsixjFHVTEKajtInjigDNatOVTiR-Z_LLlWSV3e0SiDQsBV-LLfM23lGGv0zcmGO4iYJaDTmf9pfKk-E2UsEhpWyzPmuRYWY5lYMdBboKCUfoWKgFZiBkW76195TSHWE2jZkbnx_Z49MI-/s1600-h/b_14201_1.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 196px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsixjFHVTEKajtInjigDNatOVTiR-Z_LLlWSV3e0SiDQsBV-LLfM23lGGv0zcmGO4iYJaDTmf9pfKk-E2UsEhpWyzPmuRYWY5lYMdBboKCUfoWKgFZiBkW76195TSHWE2jZkbnx_Z49MI-/s320/b_14201_1.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5280671860113144178" /></a><img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil5rOuQFnMAyGOdzAu-tTzCf1YQ2FMf-iAmO1FKYsV5LIpxHVfyejih7vYQdV6m94LhcnGN0SCWe28t3RHoyt3-ic6CqpyRrsbxLP4ZTvh4dHzPbJKSCN_QoXl50jq1H-LmteRdDIEVgzK/s320/b_14201_3.jpg" style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 215px;" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5280671947880864450" /><span class="Apple-style-span" style=" -webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; font-family:'times new roman';"><table width="98%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="0" align="center" id="Table15"><tbody><tr><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>Si chiama “<b><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=14201" style="text-decoration: none; ">Green Technology Showroom</a></b>” e sorge nel cuore di un’area residenziale di <b>Pechino</b>. Si tratta di uno showroom concepito come struttura temporanea da utilizzare per soli tre anni. Il progetto è stato realizzato dall’architetto cinese<b>Gong Dong</b> dello studio <b>Vector Architects</b>, su commissione della società CR Land.<br /><br /><div>“Il progetto – spiegano gli autori – nasce dall’idea di sviluppare il concetto di “temporaneità” da una prospettiva significativa; di realizzare una “installazione” fluttuante all’interno di un giardino che potesse essere facilmente costruita, demolita e riciclata, con il minore impatto possibile sul contesto”.</div><div> </div><div>Lo showroom temporaneo di Vector Architects ha la forma di un parallelepipedo. Il sistema strutturale è stato realizzato in acciaio, materiale scelto sia perché facilmente riciclabile, sia perché consente tempi di montaggio piuttosto brevi.</div><div> </div><div>La struttura è stata immaginata sollevata rispetto al suolo al fine di ridurre il più possibile i lavori di scavo, con un consequenziale più facile recupero del suolo al momento del previsto smontaggio. </div><div> </div><div>Un sistema di pannelli verticali su cui è stata applicata dell’erba riveste le due pareti longitudinali e la copertura dello showroom. Tale involucro “verde” assicura la minima dispersione di calore migliorando l’efficienza termica di tutto il volume.</div><div>“Sebbene il prato dell’area sia stato rimosso per lasciare spazio alla struttura, abbiamo in realtà triplicato il verde iniziale utilizzando i panelli di prato per il tetto e le due facciate”.<br /> </div><div>Realizzato tra maggio e luglio del 2008, il CR Land Guanganmen Green Technology Showroom sarà operativo sino al 2011. Con lo smontaggio, i pannelli di erba saranno riutilizzati per la ricostruzione verde dell’area.</div><div><br /></div></div></td></tr></tbody></table></span>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-42157131230792744232008-12-17T00:20:00.000-08:002008-12-17T00:21:53.315-08:00Pescara inaugura Huge Wine Glass di Toyo Ito<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOEtvQNZTSyeeBuCjsPN3ZRaStndc6shDPN_9TIV7LoEIaa2aIhcKiVl-_ZkTFb0s8RTnx7shvQc4bmKF1uyfNX_PHpEQvJFU1cx44oua4sQ85A72sXemKxOPQ3ODCr5-3n2k6561KhThY/s1600-h/b_14149_3.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 267px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOEtvQNZTSyeeBuCjsPN3ZRaStndc6shDPN_9TIV7LoEIaa2aIhcKiVl-_ZkTFb0s8RTnx7shvQc4bmKF1uyfNX_PHpEQvJFU1cx44oua4sQ85A72sXemKxOPQ3ODCr5-3n2k6561KhThY/s400/b_14149_3.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5280671340784309042" /></a><br /><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>Domenica 14 dicembre <b>Pescara</b>ha ufficialmente inaugurato <b><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=14149" style="text-decoration: none; ">Huge Wine Glass</a></b>, un’opera di arte contemporanea firmata dal giapponese <b>Toyo Ito</b>: un enorme calice di vino in resina acrilica che si presenta come un cubo trasparente contenente un’anima di fluido rosso. Installata in piazza della Rinascita, l’opera si candida a diventare il fulcro artistico di una città che intende aprirsi verso la contemporaneità dell’arte.</div><div> </div><div>Huge Wine Glass è un parallelepipedo a base quadrata (2m X 2m) che si sviluppa per cinque metri di altezza. Il monumento è stato prodotto da Clax Italia con una resina acrilica (polimetilmetacrilato PMMA) che, eccezionalmente utilizzata per un’opera di tali dimensioni, ha consentito di mantenere lucentezza e trasparenza.</div><div>Grazie all’incollaggio di polimerizzazione, si può ottenere infatti un’anima pura, libera da strutture di giuntura o sostegno visibili. Ne risulta un’immagine astratta riconducibile ad un grande bicchiere vino.</div><div> </div><div>Le forme sinuose riconducono al movimento cosmico, alla forza della natura e dell’acqua: in questo monumento non esistono ombre, poiché la profondità si nota solo grazie dalla gradazione della tinta del materiale acrilico colorato.</div><div>La luce non ha rifrazione perchè il materiale colorato e quello trasparente si fondono sulla superficie di confine, creando una nuova tridimensionalità che può variare a seconda del punto in cui si osserva il monolite.</div><div> </div><div>Il maestro Ito ha presentato la sua opera come un “simbolo di libertà che si incarna nel ribaltamento di ogni legge fisica: un liquido che invece di essere costretto nella forma da un recipiente come un calice, si libera dalla costrizione del suo involucro dettando le regole e la forma”.</div><div> </div><div>“Questo evento – ha dichiarato in occasione dell’apertura al pubblico il preside della Facoltà di Architettura “Gabriele D’Annunzio” Alberto Clementi – è solo l’inizio di un’ondata di contemporaneità che coinvolge una comunità che si sta imponendo come teatro di importanti eventi”.</div><div> </div><div>La volontà di Pescara di porsi in primo piano nella modernizzazione architettonica e nell’apertura verso l’arte contemporanea è stata espressa anche dal Sindaco Luciano D’Alfonso: “Huge Wine Glass si inserisce in questo percorso come un passo in avanti, grazie ad un connubio artistico fra l’Italia, ricca di antichità, e una realtà diversa come il Giappone”.</div></td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-10500144312712468872008-12-15T03:29:00.000-08:002008-12-15T03:31:47.749-08:00The Public: la ‘scatola delle meraviglie’ di Will Alsop<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt2WVbKKnP0BkdyPUAaNAnVyvO6lc3mF4oRjgMyPj80DtecBbipKP4P5x8xzKgXg4bSUa2Fvb0LqSywd7Eum-SWcJkWQGdYdWASLBIS2Lxl7VdMQJ-fuISslfLnixMiNjtanAxB9MRi2iO/s1600-h/b_14069_1.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 262px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgt2WVbKKnP0BkdyPUAaNAnVyvO6lc3mF4oRjgMyPj80DtecBbipKP4P5x8xzKgXg4bSUa2Fvb0LqSywd7Eum-SWcJkWQGdYdWASLBIS2Lxl7VdMQJ-fuISslfLnixMiNjtanAxB9MRi2iO/s400/b_14069_1.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5279977887058251090" /></a><br /><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>È stato inaugurato nel giugno scorso, nella cittadina inglese di West Bromwich, “<b><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=14069" style="text-decoration: none; ">The Public</a></b>”, un nuovo contenitore d’arte progettato da <b>Will Alsop</b>. Si tratta di un parallelepipedo in alluminio nero ritmato da aperture irregolari dalle cornici color fragola.<div> </div><div>La struttura, progettata per ospitare molteplici iniziative legate all’attività artistica locale e internazionale, è stata concepita come una vera e propria “scatola delle meraviglie” cui è affidato il compito di incoraggiare la creatività. Di qui l’idea di una molteplicità di spazi, geometrie, forme curvilinee ed atmosfere ludiche.</div><div> </div><div>La pelle nera del parallelepipedo (113m x 21m x 22m) è contrastata dal color rosso fragola di una serie di finestre la cui bizzarra geometria evoca la morbidezza delle giuggiole. Dello stesso colore è il basamento della struttura, le cui vetrate consentono la vista all’interno. Qui la semplicità dell’architettura esterna lascia spazio alla complessità di grandi oggetti dalla geometria curvilinea sospesi al soffitto, una serie di ascensori ed un’ampia scala che collega i diversi spazi.<br /> </div><div>Una struttura composta da 13 coppie di colonne cave di acciaio riempite di calcestruzzo sostiene il piano principale posizionato al terzo livello. Di qui partono elementi in acciaio che, sviluppandosi a sbalzo, offrono sostegno alla copertura. L’involucro è stata concepito come seconda struttura auto-portante, e quindi indipendente da quella principale: “Strutturalmente – spiega Will Alsop – può essere descritta come una scatola leggera che riveste una serie di forme scultoree. Queste avvolgono i piani che sono sostenuti dalla struttura principale di colonne in acciaio e cemento”.</div></div></td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-45144826335298109552008-12-12T00:46:00.000-08:002008-12-12T00:53:22.113-08:00La fluida geometria di Dupli Casa<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXKz_AHE6fuggISnlzuppJWYeEv3NfxMhKeREuTLF-dOsGzEdtBRDo7NTQ4yommSjcaIHMalvFxGQhKZpUX5YjTEvZLWAdncRihunrRxN-6j8shTbtLaTJhlN4Jyi5L1Wr6o5YSlgsGP43/s1600-h/14003_6.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 271px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXKz_AHE6fuggISnlzuppJWYeEv3NfxMhKeREuTLF-dOsGzEdtBRDo7NTQ4yommSjcaIHMalvFxGQhKZpUX5YjTEvZLWAdncRihunrRxN-6j8shTbtLaTJhlN4Jyi5L1Wr6o5YSlgsGP43/s400/14003_6.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5278823582862465314" /></a><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTkDbYnNkb9fBag54EMKneVUHJVvSp60icbF1XM6mlh-cwfmuQyjWQYkfyrVkFiqFVk8D7LjtMRdc1HILfr9_w8zo59b_kAHWoKDtYlga4QrmivRM1rFjN6-WJjiQO_hVVN0bsJf5sM_m9/s1600-h/14003_2.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 266px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTkDbYnNkb9fBag54EMKneVUHJVvSp60icbF1XM6mlh-cwfmuQyjWQYkfyrVkFiqFVk8D7LjtMRdc1HILfr9_w8zo59b_kAHWoKDtYlga4QrmivRM1rFjN6-WJjiQO_hVVN0bsJf5sM_m9/s400/14003_2.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5278823119896142850" /></a><br /><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div><div>Dopo due anni e mezzo di lavori è stata ultimata nell’agosto scorso “<b><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=14003" style="text-decoration: none; ">Dupli Casa</a></b>”, una residenza privata che sorge sul fiume Neckar, vicino la città di Marbach, in <b>Germania</b>. Il progetto porta la firma dell’architetto berlinese<b>Jürgen Hermann Mayer</b>, titolare dello studio J. MAYER H. Architects.</div><div> </div><div>Una architettura che prende forma dalla combinazione di geometrie fluide che si sviluppano secondo uno stile minimalista, sebbene stravagante.</div><div>Il bianco è il colore dominate, interrotto da grandi vetrate che offrono spettacolari viste sul paesaggio circostante. La relazione tra interno ed esterno viene amplificata dall’involucro che avvolge la struttura seguendone la fluidità delle forme.</div><div> </div><div>L’abitazione si sviluppa su una superficie complessiva di quasi 600 metri quadrati distribuiti su tre livelli, per 12,20 metri di altezza.</div><div>Il progetto è stato studiato partendo dall’ingombro dell’abitazione che un tempo trovava spazio nell’area (1190 metri quadrati). La struttura attuale è infatti il risultato di una serie di modifiche e ed estensioni cui è stata sottoposta l’abitazione originale costruita nel 1984.</div></div></td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-28183869688874838002008-12-12T00:43:00.000-08:002008-12-12T00:46:30.227-08:00La Lake House di Reid Jubb Brown<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJbsTIIvU5-cIgiI8CYmSEP-BuC_OWq53zmhs3HdWkQYchyZIVrIxRdMNJe1M8R7ZP-5AGhUNzdWh6YSAZ7KkzQ-Kiki9LuXwhHmlNI0_IjdhBZPO1p30GwbBeme5Sktnhb_n6YJI8QiP3/s1600-h/13989_2.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 160px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJbsTIIvU5-cIgiI8CYmSEP-BuC_OWq53zmhs3HdWkQYchyZIVrIxRdMNJe1M8R7ZP-5AGhUNzdWh6YSAZ7KkzQ-Kiki9LuXwhHmlNI0_IjdhBZPO1p30GwbBeme5Sktnhb_n6YJI8QiP3/s400/13989_2.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5278822258859914162" /></a><br /><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>Lo studio inglese <b>Reid Jubb Brown</b> ha reso noto il progetto della <b><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=13989" style="text-decoration: none; ">Lake House</a></b>, una casa di campagna destinata a sorgere vicino Morpeth nel Northumberland, in<b>Inghilterra</b>. Il progetto, ancora in attesa dell’approvazione definitiva da parte dell’amministrazione locale, è il primo nel Nord Est ad aver adottato il PPS7 (Planning Policy Statement 7), il documento di riferimento governativo per le politiche sullo sviluppo sostenibile delle aree rurali.</div><div> </div><div>“È stato uno degli incarichi più emozionanti e stimolanti della mia carriera – dichiara Kevin Brown dello studio Reid Jubb Brown – Il cliente richiedeva un’abitazione innovativa, che includesse le tecnologie sostenibili più recenti insieme ad un design audace e al contempo funzionale e vivibile”.</div><div> </div><div>“Per riuscire ad ottenere il permesso di costruire – prosegue Kevin Brown – abbiamo inoltre cercato di osservare i requisiti dettati dal governo nella progettazione di nuove abitazioni rurali; che il progetto fosse ad esempio pioniere nell’utilizzo di materiali e metodi costruttivi in grado di rispettare l’ambiente, aiutando ad elevare gli standard delle architetture nelle zone rurali”.</div><div> </div><div>“Abbiamo quindi dedicato enorme attenzione nella ricerca di soluzioni sostenibili studiando la paesaggistica del Ghyllheugh per esser sicuri che il progetto rispondesse a tali requisiti”.</div><div> </div><div>Come suggerisce il nome stesso del progetto, la casa trova spazio in un contesto paesaggistico in cui il lago, elemento chiave delle architetture rurali inglesi, è indiscusso protagonista. L’intima relazione con l’acqua è tale da trasmettere la sensazione che la casa sia poggiata sul lago. L’abitazione accoglie infatti un nuovo “corpo d’acqua”, una sorta di estensione dell’argine che diventa una piscina naturale.</div><div> </div><div>L’edificio si compone di due volumi di 3 piani disposti a L e collegati mediante un ponticello. All’interno trovano spazio rispettivamente la zona giorno e la zona notte.</div><div>Peculiarità del progetto, la copertura in legno di acero a forma di conchiglia; testimonianza dell’intento dei progettisti di combinare tecnologia e rispetto per l’ambiente. La particolare geometria curvilinea del tetto nasce infatti da una complessa modellazione tridimensionale, tuttavia supportata dall’utilizzo di materiali, metodi costruttivi e risorse locali.</div><div> </div><div>In legno sono state progettate anche le pareti per un maggiore isolamento termico, protezione dai raggi solari e controllo della luce. Al fine di aumentare la massa termica, il legno è alternato a strati di muratura.</div>L’utilizzo del legno non rappresenta l’unica scelta orientata alla sostenibilità. I progettisti di Reid Jubb Brown hanno inoltre previsto isolamento termico del rivestimento, doppi vetri a bassa emissione, un sistema di recupero dell’acqua piovana, sistemi solari attivi e passivi.</td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-11976802481117550382008-12-11T00:59:00.001-08:002008-12-11T00:59:48.211-08:00Scuola e Chiesa Milano Santa Monica<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR3DKefz9_jw0M2vmY6fwJW3EePnC5NtGoiBIgy6E6LkCaYyx_H7z3T_eGCD1EaJ8wTXmB-X8X8iUzy0ZjUbIPRVrXhYQ86XVVL6m3Lnno1TcZD77mM5gOGVKx-CcM0dfsQahaJ5trP1NQ/s1600-h/13911_4.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR3DKefz9_jw0M2vmY6fwJW3EePnC5NtGoiBIgy6E6LkCaYyx_H7z3T_eGCD1EaJ8wTXmB-X8X8iUzy0ZjUbIPRVrXhYQ86XVVL6m3Lnno1TcZD77mM5gOGVKx-CcM0dfsQahaJ5trP1NQ/s400/13911_4.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5278454583008635858" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial; font-size: 12px; -webkit-border-horizontal-spacing: 3px; -webkit-border-vertical-spacing: 3px; ">Il complesso Milano Santa Monica si inserisce nel contesto di un nuovo quartiere previsto dal Comune di Segrate. Il quartiere, oggetto di una variante urbanistica e di un successivo Programma Integrato interessa un'area di circa 290.000 mq. L'insediamento è volto sia a soddisfare la quantità di domanda abitativa pregressa che a "ricucire" un bordo urbano progettato che costituisce un punto di riferimento anche per i quartieri esistenti valorizzando, allo stesso tempo, il vuoto della campagna adiacente che andrà a costituire il "Parco delle Cascine" previsto dal Comune di Pioltello.<br /><br />Il nuovo insediamento prevede al suo interno alcune strutture di carattere urbano e alcune importanti edifici pubblici: un complesso scolastico e un complesso Religioso.<br /><br />Le attrezzature didattiche e culturali del nuovo quartiere Milano Santa Monica consistono in due edifici tra loro separati da uno spazio - piazza: il primo destinato alla chiesa e ai suoi servizi di base, il secondo destinato a tutte le attrezzature scolastiche che trovano così una struttura unificante<br />comprendente: scuola materna, asilo nido, e inoltre le scuole elementare e media ciascuna per 3 cicli scolastici completi. I due edifici pubblici coprono una superficie di circa 7.500 mq lasciando circa un ettaro di terreno destinato a verde, e attrezzature all'aperto pertinenziali.<br /><br />La chiesa vuole interpretare la preghiera fondamentale cristiana: il "Pater Noster" e rappresentare un segno fortemente riconoscibile nel contesto, che consolida l'identità e la qualità del luogo.<br />Per far risaltare questo forte simbolismo, il linguaggio architettonico ha una semplicità estrema, essenziale al supremo messaggio che vuole trasmettere. <br />Sei elementi semi-conici, simili a vele inclinate e convergenti verso il cielo,definiscono il volume esterno.</span>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-3997489627309693542008-12-11T00:55:00.000-08:002008-12-11T00:57:40.854-08:00Hotel Boffalora a Milano Santa Monica<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh23zsXwYVdrb6N1vuYsV9GBpEC4hl4qJ-R5-OXA1mkmy7lon1o7eGTawqI-VXTmLU7At9UVw5sIXHHqgh627EDdXPopnKftWI-bFbWl8HQobj4aokyTr1PnlUG5d1zWnB4EtYKZf6gfAZq/s1600-h/13912_1.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 345px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh23zsXwYVdrb6N1vuYsV9GBpEC4hl4qJ-R5-OXA1mkmy7lon1o7eGTawqI-VXTmLU7At9UVw5sIXHHqgh627EDdXPopnKftWI-bFbWl8HQobj4aokyTr1PnlUG5d1zWnB4EtYKZf6gfAZq/s400/13912_1.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5278453899122970770" /></a><span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial; font-size: 12px; -webkit-border-horizontal-spacing: 3px; -webkit-border-vertical-spacing: 3px; ">Una forma svettante che nasce dalla terra, l’hotel Boffalora in Segrate ( Mi) con la sua avveniristica immagine si distingue nel contesto in cui si inserisce , l’intervento di edilizia residenziale che si sta realizzando in corrispondenza della strada Cassanese angolo Via di Vittorio.<br /><br />Abbinato ad una struttura commerciale e di benessere rappresenta il polo visivo , l’icona di questa ampia realizzazione . Dotato di accessibilità diretta ed esclusiva dalla via di lottizzazione immediatamente collegata alla strada provinciale dalla quale è favorevolmente visibile , l’hotel è dotato di oltre 200camere con categoria 4 stelle sup. con 10 suite, spazi meeting ,sale conferenze, bar, ristorante e locali di videoconferenza, registrazioni e connessioni internet in ogni camera.<br /><br />Le lesene sottolineano la forma lirica nascente dal prato inclinato che costituisce la copertura degli spazi aperti al pubblico ; tali lesene si elevano fino oltre la sommità dell’edificio che si conclude con il ristorante panoramico a m.70 dal suolo con piattaforma girevole a oltre 80 mt d’altezza.<br /><br />Gli spazi commerciali contengono superfici di vendita, spazi di benessere per le persone con centro Spa dotato di fitness e wellness che consentono qualità estetica e motoria ai clienti dell’hotel ma anche al pubblico esterno.<br /><br />I due fronti contrapposti e complementari che costituiscono l’edificio sono fra loro collegati dalla hall centrale dotata di ascensori panoramici , scale di sicurezza e montacarichi a norma VVF.<br /><br />L’affaccio dei fronti è pensato con attenzione al soleggiamento, il fronte sud infatti è progettato con frangisole e specchiature di verde verticale autoalimentato in prosieguo al prato inerbito dal quale si innalza.<br /><br />Ogni camera ha dotazione domotica di servizio e funzionalità all’avanguardia con funzioni centralizzate accessibili a bedge come i servizi comuni e gli accessi ai due livelli di parcheggi interrati disponibili per la clientela.<br />Lo schema progettuale di piano tipo d’albergo è pensato con riferimento a caratteristiche tipiche dell’hotel 4 stelle con camere e pertinenze di circa mq 29, spazi accessori e servizi generali per complessivi mq 13000 oltre i locali tecnici e parcheggi interrati.<br /><br />Le facciate sono di tipo coibentato con vetri isolanti a doppia parete riflettenti trattati in coats tipo magnetronico (autopulente) con isolamento acustico a norma. Ogni camera comprende servizio igienico con vasca-doccia , lavabo su mobile , wc e bidet con scalda salviette e accessori di rito e doppio ingresso , dal vestibolo e dalla zona letto.<br /><br />L’insonorizzazione sia degli impalcati che fra le camere è pensato con opportuna sandwich fono isolante con strati ad elevata massa e fonoassorbenti con materassini posati asfaltati in fibra poliesteri.<br /><br />L’ingresso da sede stradale è progettato con percorso di accostamento per auto protetto da pensilina aggettante strallata.<br /><br />Gli impianti termici sia di riscaldamento che di condizionamento sono derivati dalla centrale unica per l’intero quartiere di teleriscaldamento e teleraffrescamento evitando così la presenza di apparecchiature ( termiche , torri evaporative ecc.)con sistemi radianti a pavimento.<br /><br />I concetti architettonici di progetto si rifanno ai principi della bioarchitettura con attenzione al risparmio energetico ma altresì all’ autonomia energetica ove possibile con l’installazione di superfici in pannelli solari capaci di produrre acqua calda per uso civile e di servizi nonché pannelli fotovoltaici sia in copertura sia all’interno di vetrate in affaccio soleggiato con “disegni” in silicio amorfo capace di produrre energia elettrica da energia solare ( fonte rinnovabile).<br /><br />Un progetto improntato alla qualità architettonica unitamente al comfort e al risparmio gestionale non secondario per una struttura ricettiva.</span>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-35936980092578499332008-12-11T00:51:00.000-08:002008-12-11T00:54:43.238-08:00Milano Santa Monica: una città eco-integrata<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXW3nMglu0zdDv1vgMYeJftORPIlUd3bwBh1A4GZOY6ICZ73D_X9-kf2_QWjhpBeWPXonzxmx3n8hsHEPnsPhNj1kxik08JPupWJxRa1Omz1ePG1_8_yDaMv0-oKHEiAey4Ys3na3vOWdS/s1600-h/13910_4.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXW3nMglu0zdDv1vgMYeJftORPIlUd3bwBh1A4GZOY6ICZ73D_X9-kf2_QWjhpBeWPXonzxmx3n8hsHEPnsPhNj1kxik08JPupWJxRa1Omz1ePG1_8_yDaMv0-oKHEiAey4Ys3na3vOWdS/s400/13910_4.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5278453203385791394" /></a><br /><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>Un parco di oltre 2 milioni di metri quadrati con circa 2mila appartamenti per una superficie residenziale complessiva di quasi 160mila metri quadrati, spazi per bambini, scuole, impianti sportivi, una chiesa, 13mila metri quadrati di negozi ed altri 13mila di spazi ricettivi. Tutto questo sarà <b><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=13910" style="text-decoration: none; ">Milano Santa Monica</a></b>, un nuovo centro urbano destinato a sorgere entro il 2012 a Segrate, a soli 7 km dal centro del capoluogo lombardo. Una vera e propria città nella città immersa nel verde e progettata all’insegna della eco-compatibilità.<div>Il progetto è promosso dal fondo immobiliare chiuso ASTER, gestito da Vegagest SGR Spa. Tre gli studi di progettazione coinvolti: <b>Polis Engineering</b>, <b>Studio Nicoletti</b> di Roma e <b>Studio Marzorati Architettura</b> di Sesto San Giovanni.</div><div> </div><div>Gli <strong><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=13910" style="text-decoration: none; ">spazi residenziali</a></strong> sono stati progettati da Polis che ha inoltre impostato il processo progettuale dell’area. <strong><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=13911" style="text-decoration: none; ">La scuola e la chiesa</a></strong> portano la firma di Manfredi Nicoletti, mentre lo Studio Marzorati Architettura ha messo a punto il progetto dell’<strong><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=13912" style="text-decoration: none; ">hotel con aree commerciali, spa e centro benessere</a></strong>.</div><div> </div><div>“Un sogno tutto da abitare, una città eco-integrata da vivere”. Questo lo slogan da cui nasce Milano Santa Monica.</div><div>Il progetto studia infatti gli aspetti <i>sociali</i>, pensando ai servizi e alle relazioni pubbliche;<i>territoriali</i>, ponendo attenzione al problema dei collegamenti e della mobilità; <i>ambientali</i>, studiando le relazioni dell’area con le caratteristiche climatiche locali e di orientamento;<i>energetici</i>, limitando i consumi e diminuendo il ricorso ad energie non rinnovabili; <i>naturali</i>, sfruttando la vegetazione come strumento di regolazione microclimatica; <i>tecnologici</i>, impiegando nuovi sistemi in grado di garantire ambienti confortevoli.</div><div> </div><div>Tutti gli edifici della futura Milano Santa Monica sono immersi nel verde, elemento predominante al punto da costituire esso stesso un elemento architettonico.</div><div>Nel cuore della cittadella è prevista l’Agorà, con funzioni connesse alla residenza ed integrate con strutture e servizi di interesse pubblico: ufficio postale, uffici comunali di prima necessità, strutture ricettive, ambienti di servizio alle persone, scuola e chiesa pubbliche.</div><div>Piste ciclabili e percorsi pedonali all’interno, collegamenti veloci con Milano per favorire l’utilizzo dei trasporti pubblici, insieme all’utilizzo di tecnologie e materiali in grado di ridurre il consumo energetico, intendono contribuire ad un maggiore rispetto per l’ambiente.</div><div> </div><div>“Le aggregazioni di unità abitative, e l’analisi dei diversi livelli di rapporto/integrazione tra spazi abitativi e aree verdi – spiegano i progettisti di Polis – hanno portato alla scelta di tipologie abitative a torre che, sviluppandosi verso l’alto, diminuiscono il “consumo dei suoli”, ma con nuovi rapporti tra superfici dedicate a spazi abitativi “chiusi” (gli appartamenti) e superfici dedicate a spazi abitativi “aperti” di diretta pertinenza (i terrazzi), che favoriscano una vivibilità vera degli ambienti esterni”.</div><div> </div><div>Gli edifici sono tutti orientati secondo le indicazioni fornite dal diagramma solare cilindrico, in modo da sfruttare gli apporti gratuiti di calore solare e rendere gli ambienti luminosi senza sfavorire nessun appartamento. Logge, terrazzi e balconi contribuiscono al controllo dei raggi solari in modo passivo garantendo al contempo spazi esterni singolari e vivibili per ogni unità immobiliare. Ogni spazio abitativo costituisce un’unità a sé indipendente e non influenzata da altre, unica per forma e relazioni e protetta nelle parti esterne in un proprio ambito privacy. Ogni edificio parte dal secondo piano; le lobby d’ingresso, infatti, alte 5 metri, staccano gli appartamenti dal suolo conferendo importanza alle parti comuni d’ingresso.</div><div> </div><div>In posizione strategica è stato progettato dallo Studio Marzorati l’Hotel, in abbinamento ad una struttura commerciale di 13mila mq con parcheggi e accessibilità separate. Si tratta di una icona per l’intero complesso con una forma “lirica” e sinuosa che emerge da un cratere verde costituito da spazi di vendita, di benessere ed un ristorante panoramico.</div><div>L’hotel è dotato di 200 camere di cui 10 suite, 4 aree commerciali, Spa (di oltre 2mila mq) e wellness center, meeting e conference room. L’immagine lirica della sua architettura è sottolineata dalle lesene di facciata che contengono alternativamente specchiature di verde verticale: una sorta di continuità del prato previsto al piede. Tali lesene si elevano fino oltre la sommità dell’edificio che si conclude con il ristorante panoramico a 70 metri dal suolo, con piattaforma girevole a oltre 80 mt d’altezza.</div><div>Come le residenze, anche l’hotel prevede parcheggi interrati, per evitare la mortificazione dell’architettura esterna.</div><div> </div><div>“I concetti architettonici di progetto – spiegano dallo Studio Marzorati – si rifanno ai principi della bioarchitettura con attenzione al risparmio energetico ma altresì all’autonomia energetica ove possibile con l’installazione di superfici in pannelli solari capaci di produrre acqua calda per uso civile e di servizi, nonché pannelli fotovoltaici sia in copertura sia all’interno di vetrate in affaccio soleggiato con “disegni” in silicio amorfo capace di produrre energia elettrica da energia solare”.</div><div> </div>I primi edifici saranno pronti alla fine del 2010, con ultimazione definitiva attesa entro il 2013.</div></td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-37738280905668871082008-12-10T06:50:00.000-08:002008-12-10T06:52:19.322-08:00Gehry trasforma la Art Gallery of Ontario<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXdn-VDZTB8VyBNrxLvXbVW8WfpAyZcuZ3ekllcAmI568Fib7Zpj8Ubs7HuiNWPF8mQcmnz2cO15zHe5LR1KSW7cmWsc9voko084XI2yAaAKD7BwtNQWucvZi3Slz5gtSE_rP8KtyE3fZ0/s1600-h/b_13389_1.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 264px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXdn-VDZTB8VyBNrxLvXbVW8WfpAyZcuZ3ekllcAmI568Fib7Zpj8Ubs7HuiNWPF8mQcmnz2cO15zHe5LR1KSW7cmWsc9voko084XI2yAaAKD7BwtNQWucvZi3Slz5gtSE_rP8KtyE3fZ0/s400/b_13389_1.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5278174211777405170" /></a><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>Dopo un lungo periodo di lavori, è stata riaperta al pubblico il 14 novembre scorso la rinnovata <a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=13389" style="text-decoration: none; "><b>Art</b><b> Gallery</b><b> of Ontario (AGO)</b></a>, il noto museo di arte antica, moderna e contemporanea di <b>Toronto</b>. Il progetto di ampliamento e ammodernamento della struttura porta la firma di <b>Frank O. Gehry</b>.<div> </div><div>L’edificio originale, una imponente struttura in pietra costruita nel 1918 su Dundas Street, è stato sottoposto nell’arco di quasi un secolo a più interventi di trasformazione. Già negli anni 20’ veniva annessa una nuova ala che riproponeva lo stile dell’edificio esistente; nel 1974 il museo veniva arricchito di una nuova struttura rivestita in calcestruzzo prefabbricato destinata ad ospitare un centro di scultura ed il bookshop del museo. Una ulteriore ala veniva costruita nel 1992, di fronte al vecchio edificio di Dundas Street, su progetto di Barton Myers con KPMB. Progetto che, nato con l’obiettivo di rendere il museo più accessibile, è stato tuttavia oggetto di pareri contrastanti. L’ingresso centrale del museo veniva spostato su un unico lato, costringendo i visitatori ad un percorso labirintico prima di poter raggiungere il cuore dell’edificio. L’intervento di Gehry ha comportato la demolizione dell’ala post-modernista disegnata da Myers, con il ripristino di un unico ingresso centrale. Tutte le funzioni commerciali – bookshop, caffetteria, ristorante e teatro – risultano accentrate in un’unica zona lungo l’estremità dell’edificio, in modo da restituire all’arte il suo ruolo primario creando al tempo stesso una nuova “isola” che fa della città stessa parte dell’esperienza artistica offerta dalla galleria.</div><div> </div><div>L’intervento ha previsto la realizzazione di una nuova galleria lungo Dundas Street (Galleria Italia); una struttura quadrangolare blu titanio di quattro piani di fronte Grange Park, ed un nuovo ingresso in corrispondenza del centro storico della galleria (la Walker Court ) e dell'edificio denominato "The Grange".<br />Gli spazi di nuova costruzione hanno consentito una crescita complessiva dell'edificio del 20% circa , con un incremento degli spazi espositivi pari al 47%.</div><div> </div><div>Elemento distintivo dell’intervento di Gehry, una lunga copertura ondulata lungo Dundas Street che sembra avvolgere l’intero edificio ed abbracciare i passanti al livello della strada. Si tratta della facciata della nuova Galleria Italia che, disegnata da pannelli di vetro sostenuti da travi curve in legno, consente l’illuminazione naturale delle gallerie del piano terra e del primo piano. L’imponente facciata in vetro consente inoltre ai visitatori una vista continua su Dundas Street, e ai passanti di curiosare nella galleria.</div><div> </div><div>All’interno, una scultorea scala in legno a spirale si sviluppa a partire dal secondo piano passando attraverso la copertura vetrata ed offrendo un collegamento ai piani dell’esposizione contemporanea ubicati nella parte posteriore dell’edificio.</div><div> </div><div>Generoso il giudizio del New York Times in un articolo a firma del critico Nicolai Ouroussoff che definisce il progetto “esempio magistrale di come infondere nuova vita ad una vecchia struttura”.</div><div>La forza del progetto di Gehry consisterebbe in una “giocosa danza tra il vecchio e il nuovo” resa possibile da un disegno che vede nuovi elementi quali rampe, percorsi e scale penetrare nel vecchio edificio sino a diventarne parte integrante. </div></div></td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-1950888198941659082008-12-09T12:00:00.001-08:002008-12-09T12:00:59.876-08:00The Vault: il nuovo edificio d’arte di Miami<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG24GQcQDpZUJdv-X8CzgYafY_H-8e2eyUXidwBZKig1HthyrhZLsO8szOYjQmb1ypsLdCJIzmg-uQTzQWUq5TWepUsp4ygIVp3f7SPUWLMYhV5QT_cx6UQhBBs8CtbBtRp5sWcOTneRAV/s1600-h/b_13728_1.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 268px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG24GQcQDpZUJdv-X8CzgYafY_H-8e2eyUXidwBZKig1HthyrhZLsO8szOYjQmb1ypsLdCJIzmg-uQTzQWUq5TWepUsp4ygIVp3f7SPUWLMYhV5QT_cx6UQhBBs8CtbBtRp5sWcOTneRAV/s400/b_13728_1.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5277882815776914578" /></a><br /><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>Lavori al via nel Wynwood Design District di Miami per il nuovo “<b><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=13728" style="text-decoration: none; ">Art Vault & Valuables Services</a></b>” (AV&VS), l’edificio destinato ad ospitare le preziose collezioni d’arte del Salone Internazionale d’Arte di Miami (ha oggi inizio l’edizione 2008). Ribattezzato “<b>The Vault</b>” dagli addetti ai lavori, il progetto è stato realizzato da <b>Chad Oppenheim</b>, alla guida dello studio <b>Oppenheim Architecture + Design</b>con sede a Miami, per la società di servizi d’arte Artemundi & Company.<div> </div><div>La nuova struttura si svilupperà su una superficie di oltre 42mila metri quadrati distribuiti su 11 piani. All’interno troveranno spazio un impianto di stoccaggio, laboratori, showroom e spazi espositivi.</div><div> </div><div>Peculiarità del progetto, la facciata esterna che, concepita come installazione d’arte pubblica, cambierà continuamente volto grazie a pannelli rotanti che illustreranno immagini d’arte sempre diverse firmate da artisti noti ed emergenti.</div><div> </div><div>“Si tratta di un interessante esempio di spostamento verso l’<i>architettura sociale</i> – spiega Chad Oppenheim<b> – </b>La facciata del Vault muta costantemente sponsorizzando lavori di artisti locali e internazionali, per il finanziamento di iniziative artistiche in città”.</div><div> </div><div>L’ultimazione dei lavori è attesa entro il 2011.</div></div></td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-5672362234701085302008-12-09T11:57:00.000-08:002008-12-09T11:59:05.906-08:00Museo Nazionale di Scienza e Tecnologia in A Coruña<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz29N52zpkuwasmXQNUHy0c4cZfdTeq5j8f-DCedjQH4u8zY0_g1hbYpUz48DN93feIAByoBiOHBEvVeNGYfu8EMJSZH6rK_h-TnXBkYkgjHlTaoWBe09FMPiKUe31hqjA5osxDLVPhZxh/s1600-h/b_3220_2.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 300px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgz29N52zpkuwasmXQNUHy0c4cZfdTeq5j8f-DCedjQH4u8zY0_g1hbYpUz48DN93feIAByoBiOHBEvVeNGYfu8EMJSZH6rK_h-TnXBkYkgjHlTaoWBe09FMPiKUe31hqjA5osxDLVPhZxh/s400/b_3220_2.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5277882321757652082" /></a><br /><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>Giunge a capolinea la tortuosa vicenda dell’edificio di <b>A Coruña </b>destinato ad ospitare il <b>Museo Nacional de Ciencia y Tecnología (MNCYT)</b>, confinato dagli inizi degli anni ’80 a Madrid nell’antica stazione ferroviaria di Delicias. Vincitore del premio Arquitectura Joven della X Biennale spagnola, nonché tra i selezionati del prestigioso premio europeo Mies van der Rohe, il progetto della nuova sede del museo è un prisma di vetro firmato dagli architetti <b>Victoria Acebo</b> e <b>Ángel Alonso </b>dello studio spagnolo <b>ACEBOXALONSO</b>.</div><div><br />Nato inizialmente come pinacoteca e conservatorio di danza (centro delle arti), ed ancora incompiuto all’interno, l'edificio progettato dai due architeti spagnoli diventerà presto museo nazionale.<br /> </div><div>I lavori di costruzione della nuova struttura, avviati nel 2004, sono stati bloccati per oltre due anni, da settembre 2005 sino a fine 2007. Recentemente superati gli ultimi ostacoli, stanno per esser avviati gli imprescindibili lavori di adattamento e di urbanizzazione del contesto.<br /><br />Il prisma di vetro si compone di due edifici contenuti all’interno di uno stesso volume in cui si sviluppano attorno ad un tronco comune spazi che, in sei differenti altezze, ricordano i rami di un albero. Tali spazi si presentano come grandi cassetti di cemento che saranno in grado di accogliere esposizioni di pezzi di grosse dimensioni.</div><div> </div><div>Per quanto riguarda i lavori di adattamento della struttura in vista della sua nuova destinazione, gli architetti di ACEBOXALONSO si sino limitati a modificare l’area inizialmente destinata ad ospitare la sala danza e che nel nuovo programma accoglierà gli uffici amministrativi del museo, una caffetteria, laboratori, sale di proiezione ed una biblioteca.</div><div> </div><div>Entro il 2009 saranno completati gli interni, nonché ultimati i lavori di urbanizzazione della piazza che ospita l’edificio.</div></td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-14617107408924538912008-12-03T02:19:00.001-08:002008-12-03T02:20:00.388-08:00San Paolo: Casa Mirindiba di Marcio Kogan<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4_B90IsXPIarrhiFmHIBr7luBOQZphGox-GdX4lJNXxV3sop7EzXjbRq2If58Xko-eemNkYdUbg8IvxZFgXi1nWKSdAr4WxoAVEuIYLBhkh8IaD6p5KrKq-E3vJZG5mUFf-I7wlVKrrGv/s1600-h/b_12435_5.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 267px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4_B90IsXPIarrhiFmHIBr7luBOQZphGox-GdX4lJNXxV3sop7EzXjbRq2If58Xko-eemNkYdUbg8IvxZFgXi1nWKSdAr4WxoAVEuIYLBhkh8IaD6p5KrKq-E3vJZG5mUFf-I7wlVKrrGv/s400/b_12435_5.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5275506526561014898" /></a><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div>Sorge a <b>San Paolo</b>, in Brasile,<b><a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=12435" style="text-decoration: none; ">Casa Mirindiba</a></b>. Ultimata nel 2006, la struttura è stata progettata dal giovane architetto brasiliano<b>Marcio Kogan</b> che ha studiato ogni minimo dettaglio affinché l’organizzazione partorita nella fase del disegno potesse trovare piena conferma nella struttura ultimata.<div> </div><div>“Sebbene l’immaginario e la parola rappresentino una delle forme per fare architettura – spiega l’autore del progetto – è la costruzione, la materia, ad essere direttamente legata alla sua essenza. I critici concepiscono il mattone quale sintesi di una serie di processi che racchiudono l’architettura nella conoscenza umana. Ma la costruzione, contrariamente a quanto possa apparire, non rappresenta semplicemente un insieme di azioni praticate su un sito, o il lavoro che produce direttamente la materialità dell’architettura. La costruzione è prima di tutto la realizzazione di una proiezione intellettuale: il disegno organizza la produzione e spiega la creazione. Non è possibile separare la creazione pratica del muratore dalla creazione intellettuale dell’architettura. La loro unicità si rivela nella costruzione. Dietro una buona costruzione c’è pertanto un chiaro e risoluto disegno. Disegnare significa conoscere non solo il linguaggio del disegno, ma avere anche una conoscenza dei materiali e della esecuzione pratica. In una buona costruzione tutti questi elementi sono interconnessi”.</div><div> </div><div>E nella Casa Mirindiba tale interconnessione non lascerebbe spazio ad alcun dubbio. Ogni dettaglio del progetto, studiato in fase di disegno con l’ambizione della massima precisione, trova la sua concreta collocazione nella costruzione oggi divenuta realtà.</div><div> </div><div>All’ingresso dell’abitazione, colpisce un’ampia zona giorno all’aperto: due finestre con telai interamente incassati nella parete consentono l’apertura totale di questo spazio con una visuale continua tra interno ed esterno, senza alcuna interferenza strutturale. Tale spazio risulta immerso nel verde di un ampio giardino con pavimentazione in doghe di legno, che ospita una piscina in un’atmosfera da cinema.</div><div> </div><div>Un piccolo atrio funge da luogo di connessione tra la zona giorno, la sala da pranzo e la cucina, e verticalmente tra le camere da letto al primo piano e una piccola zona relax all’ultimo piano.</div></div></td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-325854873630984463.post-12599291621185556802008-12-03T02:15:00.001-08:002008-12-03T02:15:51.195-08:00Dubai: un museo di arte moderna firmato UNStudio<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGCcPmU1WrXeGyXc4C2w05uMOj21huZE1QYjNVWAhiipFLqsnQ90azEhA5SV5_aQbDHLFioD_bI_7FJC1B-2k8JI47UTC_5cxltPeEk9BE6v3Kdiccvu421jx2i9MqkeAvHOAZEENDxoK_/s1600-h/b_12111_1.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGCcPmU1WrXeGyXc4C2w05uMOj21huZE1QYjNVWAhiipFLqsnQ90azEhA5SV5_aQbDHLFioD_bI_7FJC1B-2k8JI47UTC_5cxltPeEk9BE6v3Kdiccvu421jx2i9MqkeAvHOAZEENDxoK_/s320/b_12111_1.jpg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5275505456655317154" /></a><td class="nero12" id="testo" style="text-align: justify; font-family: Arial, Verdana, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; color: rgb(0, 0, 0); text-decoration: underline; "><div><b>UNStudio</b> firma una futuristica architettura per gli Emirati Arabi. Si tratta del<a href="http://www.archiportale.com/progetti/schedaprogetto.asp?origine=&IdProg=12111" style="text-decoration: none; "><b>Museum of Middle East Modern Art </b>(<b>Momema</b>)</a>, il primo museo di arte moderna del Medio Oriente di <b>Dubai</b>.</div><div> </div><div>Destinato a sorgere nel quartiere Culture Village, sulle rive del Dubai Creek, il museo presenta una elegante e futuristica geometria che trae ispirazione dal mare e dalla tradizione marinara della città. L’imponente e audace struttura sembra infatti chinarsi in direzione dei passanti come la prua di una enorme nave. Il progetto si ispira in particolare alla tradizionale barca a vela araba denominata dhow o sambuco.</div><div> </div><div>Il Dubai Properties Group è developer del progetto, commissionato a <b>Ben van Berkel</b> di UNStudio dallo sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum con l’obiettivo di creare un luogo dedicato all’arte e alla cultura della regione.</div><div> </div><div>Il Momema si svilupperà su una superficie di 25mila metri quadrati. I lavori di costruzione dovrebbero esser avviati nell’estate del 2009, con ultimazione entro gennaio 2011.</div><div> </div><div>Accanto al museo sorgeranno un albergo con 60 stanze, ristoranti e negozi. È inoltre prevista la realizzazione di un anfiteatro, gallerie espositivie ed un arsenale per i costruttori dei tradizionali dhow. Ulteriori spazi saranno destinati a residenze ed attività commerciali.</div><div> </div><div>“La collocazione dell’edificio – commenta Ben van Berkel – è stata studiata al fine di trarre il massimo vantaggio dalla strategica posizione del Culture Village. Innalzandosi come la prua di un dhow, la struttura offre panoramiche viste sul paesaggio circostante”.</div></td>NaturFus|onhttp://www.blogger.com/profile/12531113412826222419noreply@blogger.com0